
Non tutte le storie iniziano con C’era una volta o Era una notte buia e tempestosa, quindi oggi vedremo 3 modelli di storytelling per piccoli business, per trovare modi originali di descrivere ciò che fai (e che tu possa divertirti a costruire).
Storytelling per artiste, grafiche, artigiane: le transcodificazioni
Questo modello di storytelling è perfetto per parlare di quadri, sculture, identità visive, ma anche oggetti artigianali che rappresentano elementi reali o emozionali.
Si tratta di entrare nell’opera e descriverla non dall’esterno ma come se fossimo dentro di essa.
O, nel caso di oggetti fisici come un paio di orecchini a forma di fiore, di contestualizzarli, di dare loro un contesto in cui vivere.
Puoi vedere esempi di questo tipo di narrazione in questi due post di Instagram:
Storytelling per consulenti: le istruzioni controproducenti
Mi sono imbattuta per la prima volta in questa forma narrativa dopo un corso di leadership fatto (gasp!) 18 anni fa nell’azienda in cui ho conosciuto mio marito ❤️
I docenti erano Luca e Laura Varvelli, due persone meravigliose che mi hanno insegnato tantissimo e che, fra gli altri, hanno scritto I Manuali di Autodistruzione con Enrico Bertolino. Stupendi! Il mio preferito è Come essere incomprensibile e confuso con chiunque su qualsiasi tema.
Ovviamente gli autori vogliono spronarti a essere chiara e comprensibile quando parli con gli altri, ma lo fanno spiegandoti come raggiungere l’obiettivo opposto così che il tuo cervello registri le informazioni con un senso di disgusto che te ne facciano stare lontani.
Sfruttare questo tipo di narrazione significa far leva sulla tua ironia e anche sulla tua capacità di prenderti in giro, di non fare sempre mortalmente sul serio e di mettere i tuoi lettori davanti alle proprie idiosincrasie con un buffetto sulla guancia e un sorriso che voglia dire “Tranquillo/a…non sei solo/a e se ne può uscire, basta smetterla di fare così”.
Questo tipo di narrazione ha anche il vantaggio di dare subito strumenti operativi a chi ti legge, facendogli toccare con mano l’efficacia di lavorare con te.
Storytelling per ristoratrici, ostesse, albergatrici e negozianti: la guida sentimentale
Chiunque si occupi di turismo o ricettività (quindi sia il mondo dell’ospitalità sia quello della ristorazione) sa che la guida standard va bene con un certo tipo di cliente, ma non con tutti.
Se è efficace con i clienti pragmatici, orientati a funzionalità e raggiungimento degli obiettivi, non sarà utile con chi, invece, è orientato alla bellezza e ai valori (gli altri oscilleranno fra “ok va bene” e “che palle!” a seconda dell’umore del momento).
Per questo secondo gruppo sarà indispensabile una guida più intimista che faccia leva sulle emozioni e sui sensi.
La guida può essere territoriale (ovvero riguardare il contesto in cui la struttura è inserita) o interna (ovvero può essere un tour emozionale della struttura stessa).
Lo stesso vale per i negozi che, soprattutto nel nostro Paese, traggono forza dal contesto in cui sono inseriti. Basti pensare a quanto ognuno di noi ama scoprire piccole attività di vendita o artigianali quando va in una nuova città o al piacere che proviamo quando, lì dove viviamo, scopriamo un nuovo punto vendita tutto da esplorare.
E poi?
Raccontare storie va molto al di là di rifarsi alla trama della fiaba classica. Quello è il modo più semplice ma la narrazione del tuo business può avere mille altre strade creative.
Devi solo scegliere quali. Te ne vengono in mente altre? Condividile nei commenti!
